“la vita è un imperativo assoluto a cui nessuno deve sottrarsi.
Per quanto ostico ci paia il compito, per quanto insostenibile,
per quanto ostile, abbandonarci a noi stessi,
abbandonare noi stessi non è contemplato tra le molte possibilità”
C. G. Jung

Daniela DepedriniPsicologa e psicoterapeuta a indirizzo psicosomatico,
Laureata in Psicologia Clinica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano) e iscritta all’Ordine professionale della Lombardia, mi sono formata presso la Scuola di Psicoterapia dell’Istituto Riza (Milano).
Ho seguito diversi corsi teorico-esperienziali per approfondire la conoscenza di tecniche terapeutiche come la Mindfulness e il Rilassamento psicofisico profondo, in particolare Traning Autogeno e Distensione Immaginativa. Nel 2018, ho conseguito l’abilitazione come Mediatrice Familiare preso l’Associazione GeA (Milano).
Attualmente, esercito come libera professionista presso il mio studio di Milano (piazzale Susa) e per l’Istituto Riza, di cui sono anche docente; e collaboro con I’Associazione DIF (Difesa in famiglia), attiva in favore di soggetti fragili alle prese con disagi personali e familiari.

Cosa Offro

“È nel momento in cui mi accetto così come sono che io divengo capace di cambiare.”
Carl Rogers

Ascolto, accoglienza, accompagnamento e supporto a chiunque decida di intraprendere un cammino personale di consapevolezza. Mi rivolgo, in particolare, ad adulti e giovani adulti che seguo sia in setting individuali che di coppia.

Ci tengo a precisare che lo psicologo non è né un giudice né un mentore ma una sorta di specchio, capace di riflettere e di far riflettere, restituendo al cliente un’immagine di sé più obiettiva e articolata. Per tanto, il suo compito non è quello di dispensare consigli o offrire indicazioni su cosa fare e come farlo ma aiutare chi soffre a ritrovare la propria strada, entrando in contatto con le parti più autentiche del sé. Di fatto è solo lì, nel nucleo più profondo e nascosto di ciascuno – protetto dagli sguardi e dalle contaminazioni altrui – che originano i desideri e le energie per realizzarli, ma anche e soprattutto le risorse cui attingere nei momenti di bisogno. Non c’è maturazione che possa prescindere da tale premessa, da una profonda accettazione della nostra unicità fatta di luci e di ombre, di aspetti deprecabili e contrapposte qualità.

Per Jung, lo scopo della vita stava in questa consapevolezza, intesa come progressiva espansione della propria coscienza finalizzata alla realizzazione del Sé o Psiche totale, un’entità dinamica, in continuo divenire, capace di integrare e far dialogare armoniosamente le diverse istanze che ci caratterizzano come singoli individui e che caratterizzando, a livello collettivo e transpersonale, l’intera umanità: conscio-inconscio, bene-male, maschile-femminile, altruismo-egoismo, tenacia-cedevolezza, etc.

Solo imparando a riconoscere (e accettare) gli aspetti più oscuri e discutibili di noi stessi diveniamo capaci di apprezzare l’eterno gioco degli opposti che permea di sé qualsiasi esperienza. Ecco che allora contraddizioni e ambivalenze che cogliamo, ogni giorno, in noi stessi e negli altri cessano di infastidirci per trasformarsi in compagne di viaggio, alleate capaci di conferire agli eventi e alle loro conseguenze significati e tonalità affettive assai più vaste e coinvolgenti di quanto abbiano mai fatto.